Cronache di vignameno 1262
Sorgenti del
fiume Patrio,
Meridia
Terzo giorno della terza
decade di Vignameno
1262
Il Ruggito del Leone
Sulle terre di Meridia si concentrano d'improvviso le attenzioni di tutte le Terre Spezzate.
Una rappresentanza di dignitari inviati da Re
Galdor Elentauron e guidata da
Luthien da Rilmeren, Prima Eldalieste a capo delle armate di
Neenuvar, è giunta presso il principato vassallo e, dopo aver fatto tappa a Piazza del Sole, ora è in viaggio verso la bella
Elianto.
Nei giorni passati l'Arconte della città,
Icario III degli Agoni detto il Visionario, ha infatti invocato l'aiuto del Principe
Temistocle degli Alessandridi, del Nentar
Galdor Elentauron così come del regno tutto. Il suo erede è scomparso mentre risaliva la
Piana Litia lungo le sponde del
Fiume Patrio, alla ricerca delle sue misteriose sorgenti.
Elianto è conosciuta per essere meta di avventurieri e cercatori d’oro che partono per risalire il fiume, spinti dalle molte e incredibili leggende legate alla mitica sorgente del Patrio e agli inenarrabili tesori che essa nasconde.
E' difficile stabilire cosa vi sia di vero nel mito del Patrio, ma di certo la Piana Litia, abbandonata la sicura
Strada Paterna e la bella Elianto, è un territorio selvaggio e pericoloso in cui aspettarsi qualsiasi imprevisto.
Il ricco Arconte Agoni chiede soccorso per suo figlio, Meridia ed i suoi nobili guardano con curiosità all'esito della vicenda, ansiosi di vedere se Re Galdor riuscità a proteggere i sudditi del suo regno o avrà invece bisogno dei principati vassalli di Edoardo dei
Castamanti.
Nel frattempo il grande
Giubileo, previsto per il mese di Caduceo 1262, si avvicina. A tal proposito Sua Maestà Re Edoardo ha ingiunto all'
Ecclesia della
Tetrade che, ovunque si svolga l'ormai prossimo Giubileo, il principato ospitante dovrà mettere a disposizione delle
Corti dei Principi un castello o palazzo nobiliare in cui i cortigiani potranno stabilirsi durante le celebrazioni, ove si svolgerà un banchetto dedicato ad ospiti eccellenti e potrà riunirsi la
Corte Ristretta di Sua Maestà al fine di concedere udienza a tutti i sudditi di Re Edoardo. Affinché il Giubileo sia anche un'occasione di confronto diplomatico oltre che di preghiera e festa religiosa, saranno dunque messi a disposizione dei principati appartamenti o luoghi in cui accomodare ampie tende, al fine di ospitare i cortigiani tetradici.
Anche in tale circostanza, la risposta del Nentar Galdor Elentauron, Re di Neenuvar e Meridia, non si è però fatta attendere. Se il Giubileo tetradico sarà anche occasione di incontro diplomatico oltre che di mera celebrazione religiosa, allora che anche i principati dell'
Antico Culto siano invitati e degnamente ospitati negli acquartieramenti messi a disposizione dal principato ospite del Giubileo.
Certo non deve stupire la pronta replica di Re Galdor, che ha prestato alcuni tra i suoi notabili più illustri alla corte errante di Edoardo, assicurandosi così voce in capitolo nelle decisioni del Re suo alleato. Così, proprio in virtù dell'amicizia che ha legato
Neenuvar e
Valleterna, l'istanza del
Nentar subito è stata accolta dall'
Ecclesia Tetradica.
La pace conquistata da Re Edoardo II di Valleterna e da Re Galdor di Neenuvar sarà pertanto coronata da una lieta occasione di festa, attesa ormai da tutte le Terre Spezzate. Alcuni tra i cortigiani più scaltri, pronti a cogliere sul nascere screzi e malumori, sussurrano però che l'amicizia dei due monarchi fosse più salda quando nessuno dei due aveva in capo una corona, o semplicemente, che fosse più facile spalleggiarsi in guerra che non in pace. Ma al popolino questo interessa poco, e in molti, da Valleterna a Meridia, si chiedono curiosi chi sarà ad ospitare il Giubileo...
Il concilio dei vescovi è stato convocato per deliberare nella diocesi che fu proprio del
Tetrarca Gregorius, Elianto, la città proposta da
Meridiaper ospitare il
Giubileo. Ultimo baluardo di civiltà prima di addentrarsi verso le misteriose Sorgenti del Patrio.
Riassunto di quanto accadde
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Esone Antenore degli Agoni con suo padre, l'Arconte di Elianto Icario III |
Le Corti dei Sette Principati risposero prontamente all'appello dell'Arconte di
Elianto ed in forze convennero nella
Piana Litia.
Gli strateghi meridi organizzarono il grosso delle forze disponibili in due spedizioni, l'una guidata dal
Principe Temistocle, l'altra da un bruto di nome
Amos, che tosto s'inoltrarono in terre selvagge, seguendo due piste diverse, alla ricerca del disperso
Esone Antenore degli
Agoni.
Entrambe le squadre tornarono però a mani vuote, riferendo anzi di aver dovuto fronteggiare numerosi assalti da parte di
necrofagi e dei
bruti ancora selvaggi che infestano da sempre le lande vicine ad Elianto.
Con la sorpresa di tutti, non molto dopo il ritorno degli armati al campo base, il giovane arconte fece spontanemente la sua comparsa di fronte alle Corti Riunite, propinando ai presenti un sermone circa l'aver riscoperto un antico culto dei bruti e abiurando pubblicamente la
Tetrade, sottolineando le sue parole con l'arsione di una sciarpa con il simbolo dei
Quattro.
Fu troppo per i fedeli dei nuovi Dei e scoppiò una rissa tra di essi e i sudditi di
Re Galdor, che difendevano la libertà di scelta di Esone e protestavano per quella che ai loro occhi era un'ingerenza nei loro affari interni.
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Le corti alla ricerca di Esone si scontrano con un enorme necrofago in un'ansa del fiume |
L'arconte riuscì a fuggire, inseguito dal grosso dei cortigiani, e per tutto il resto del pomeriggio giocò al gatto col topo con il corteo che gli andava presso, chi per prenderlo, chi per proteggerlo. Alla fine riuscì con un rituale a evocare un misterioso "Spirito del Fiume", con cui non si riuscì a impedirgli di "unirsi" in una sorta di "sposalizio", da lui fortemente voluto per riabbracciare, queste le sue parole, "le antiche tradizioni del mio popolo". Molti ora si chiedono cosa porterà questo in futuro.
A margine di questa complessa vicenda, giunse finalmente al termine il lungo processo di selezione della sede delle celebrazioni del
Giubileo, con la consegna dei progetti definitivi alla commissione per mezzo di Dama
Romilda della Rovere e l'annuncio, poche ore dopo, della decisione dell'Ecclesia per voce del Barone
Giulio Corvino Aloisi, che lesse il
Bando con cui il
Tetrarca Gregorius conferiva a
Capo d'Alba e al nobile principato di
Corona del Re, l'onore e l'onere di ospitare l'evento.
Ritratti e disegni - 1
Novità e Dicerie
"Temo che quel maledetto testone di mio figlio
Esone abbia fatto tutto questo apposta per dispiacermi. Spero che gli Dèi gli concedano di trovare nel deserto la gloria che cerca..."
[1]
- Queste le amare riflessioni dell'Arconte di Elianto Icario degli Agoni dopo l'apostasia del figlio.
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